Mina Fazel, Clinical Psychology Review, Dicembre 2010
Riassunto
La terapia dell’esposizione narrativa (NET) è un approccio di intervento sviluppato per il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) causato dalla violenza domestica o organizzata, da traumi multipli o continui, in particolar modo nel trattamento del DPTS nei rifugiati e nei richiedenti asilo. Durante la somministrazione della NET il paziente racconta in modo dettagliato tutti gli episodi significativi della propria vita, sia positivi che negativi. Il terapeuta accompagna il paziente a ripercorrere in dettaglio i pensieri, le emozioni e le sensazioni che ha vissuto durante ciascun episodio. Il paziente, con l’aiuto del terapeuta, ricostruisce una narrazione della propria vita, focalizzandosi con dettaglio sulle esperienze traumatiche, così come sugli elementi importanti delle reti emozionali e su come questi siano connessi. Questo processo permette di riconoscere che la rete incentrata sulla paura deriva da esperienze vissute nel passato, e che la sua riattivazione non è nient’altro che il ricordo di quelle esperienze traumatiche. Attraverso la verbalizzazione degli episodi traumatici e la condivisione nel setting terapeutico, i pazienti sono in grado di ridurre la forte risonanza emotiva collegata a tali eventi, conseguentemente si assiste ad una diminuzione dei sintomi del DPTS. Inoltre i pazienti, ri-accedendo in modo “razionale” ai ricordi traumatici, riescono a sviluppare un senso di coerenza, controllo e integrazione degli stessi. L’autrice evidenzia come l’utilizzo di tale approccio ha determinato una significativa riduzione dei sintomi post traumatici nei pazienti con diagnosi di DPTS, sottolineando come l’importanza dell’integrazione delle memorie traumatiche nella narrazione della storia dei pazienti rappresenti un elemento fondamentale per accettare e rielaborare le “memorie negative, calde ed implicite” dei pazienti traumatizzati.
Approfondimento
Il DPTS è una patologia caratterizzata da tre principali gruppi sintomatici: i) flashback o riesperienze di eventi traumatici, ovvero la percezione di rivivere memorie passate intrusive degli eventi traumatici sia durante la notte che durante il giorno, ii) l’evitamento, ovvero un comportamento finalizzato ad evitare stimoli associati agli eventi traumatici, tale strategia comportamentale è spesso accompagnata da sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione; iii) persistente “attivazione”, esagerata risposta emotiva e messa in atto della cosiddetta risposta di ” attacco e fuga”.
Il trattamento del DPTS è ormai ampiamente discusso e indagato, esistono infatti diversi approcci validati utilizzati per trattare i sintomi post-traumatici, tra questi la Terapia Cognitiva Comportamentale focalizzata sul trauma (TFCBT) e l’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR).
La NET è un nuovo approccio specificatamente sviluppato per trattare il DPTS causato dall’esposizione della rete incentrata sulla paura e comprende i principi della terapia dell’esposizione cognitiva comportamentale e della terapia delle testimonianze. Studi recenti hanno dimostrato come questo approccio sia particolarmente funzionale per i rifugiati e per i richiedenti asilo esposti a violenze e torture, ospitati sia nei campi profughi nei loro paesi di origine che nei centri di accoglienza in Europa. La NET si affida alla cronologia della vita, invece di concentrarsi esclusivamente sulla rielaborazione degli episodi traumatici, seguendo la linea del tempo dalla nascita sino al presente, aiuta a ricostruire gli episodi negativi e traumatici integrandoli in modo coerente con l’esistenza del paziente.
Durante la NET viene chiesto al paziente di ricordare ripetutamente l’esperienza traumatica e di parlarne in dettaglio mentre fa di nuovo esperienza di tutte le emozioni, sensazioni corporee e parti di memoria implicita associate all’evento, attraverso la NET viene però enfatizzato anche il contesto spazio-temporale dell’evento. Nel processo di narrazione le “memorie calde” implicite vengono inserite all’interno delle “memorie fredde dichiarative (o esplicite)” permettendo al paziente di sperimentare l’abituazione della risposta emotiva alla memoria traumatica. Durante la narrazione della linea della vita, anche gli episodi positivi vengono riportati, approfonditi e discussi, divenendo essi stessi delle risorse valide per il paziente.
La NET si prefigge due obiettivi principali, il primo consiste nella terapia espositiva degli eventi traumatici, con la conseguente riduzione della sintomatologia post traumatica, il secondo consiste nella ricostruzione della memoria autobiografica e di una narrazione coerente della vita del paziente. Attraverso un numero relativamente ridotto di sedute di 90-120 minuti il paziente ricostruisce, insieme al terapeuta, una narrazione dettagliata e coerente della sua biografia. Il focus è proprio il completamente e l’integrazione dei frammenti iniziali di eventi traumatici all’interno di un insieme che includa le esperienze sensoriali, fisiologiche emozionali e cognitive dell’evento.
Il primo step terapeutico consiste nel valutare lo stato di salute mentale del paziente; dopo la valutazione il terapeuta procede con una fase di psicoeducazione sia sul DPTS, e sulla sintomatologia vissuta dal paziente, che sulla NET. Successivamente, è possibile iniziare l’intervento chiedendo al paziente di narrare gli episodi rappresentativi positivi e negativi attraverso la linea della vita, rappresentata da una corda distesa sul tavolo condiviso da paziente e terapeuta. Il paziente inizia quindi, in senso cronologico dalla nascita in avanti, a posizionare oggetti quali fiori, per indicare eventi positivi, o sassi per gli eventi negativi. Nelle sedute successive si ripercorrono in dettaglio i singoli eventi identificati dal paziente, facendo particolare attenzione alle descrizioni delle emozioni, delle sensazioni corporee e dei pensieri vissuti dal paziente durante ciascun episodio. Si ripercorre così la vita del paziente integrando tutti gli episodi evidenziati in dettaglio.
La revisione presentata sottolinea l’efficacia della NET, soprattutto in pazienti con DPTS complessi e vittime di torture e violenze intenzionali. Tutti gli studi indicati dall’autrice evidenziano una significativa riduzione dei sintomi post traumatici nei pazienti esposti alla NET, tali miglioramenti sono stati poi mantenuti anche in valutazioni avvenute a distanza di tempo dall’intervento terapeutico.
Letture consigliate:
– Fazel M. “The emerging evidence for Narrative Exposure Therapy: A review”; (2010) Clinical Psychology Review, 30 (8), 1030-1039
– Schauer M., Neuner F., Elbert T. (2014) “Terapia dell’Esposizione Narrativa. Un trattamento a breve termine per i disturbi da stress traumatico”. Giovanni Fioriti Editore.